Situazioni artificiose cervello

LE SITUAZIONI ARTIFICIOSE DEGLI STUDI NEUROLOGICI IN LABORATORIO

Quando vengono fatti degli studi neurologici in laboratorio si rischia che le conoscenze che ne scaturiscono siano frutto di situazioni artificiose che naturalmente non possono in toto soddisfare la complessità della vita reale.

 

Leonard Schilbach

Situazioni artificiose cervelloLeonard Schilbach è psichiatra al Max Planck Instituti für Psychiatrie di Monaco. Lui da sempre è stato uno dei maggiori critici nei confronti di questo tipo di studi in laboratorio. 

“Un tempo gli studi nelle neuroscienze sociali erano poco realistici: ritraevano quasi per nulla gli elementi che caratterizzano la percezione sociale e soprattutto l’interazione sociale nella vita reale. (…)

Si dimentica che nella vita quotidiana gli stimoli fanno parte di un contesto.

Le scoperte fatte in laboratorio si dimostrano quindi spesso, del tutto o quasi, ingannevoli sotto l’aspetto di empatia e comprensione del prossimo.

 

 

Indrajeet Patil

Indrajeet Patil è neuroscienziato alla Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste. Egli sostiene che la realtà vissuta virtualmente scuota le emozioni molto più che una descrizione letta su uno schermo.

“A ogni buon conto, la realtà virtuale non può sostituire la realtà vera.” Ammette obiettivamente Patil

I nostri risultati invitano tuttavia alla cautela quando si citano dati ricavati da un solo tipo di esperimento”.

La conclusione sembra essere inevitabilmente che in una situazione fittizia, e quindi emotivamente meno gravosa, le persone tendono a valutare l’aspetto morale della loro azione indipendentemente da quello pratico.

Nella vita reale, invece, agiscono le emozioni e le decisioni prese finiscono per discostarsi dalle convinzioni etiche che invece avremmo scelto valutando la stessa situazione solo sotto l’aspetto teorico.

 

Le differenze individuali

In questa analisi non si deve trascurare che le differenze individuali esistono e non possono essere trascurate. Esse rappresentano e rappresenteranno sempre un grosso ostacolo nello studio dei comportamenti nella neurologia.

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