Noia compisce tutti

LA NOIA COLPISCE TUTTI

La noia colpisce un po’ tutti, ma non troppo spesso e dipende più da quel che si fa che da come si è.

 

Amanda Markey

Noia compisce tuttiAmanda Markey, della Williamsburg Collegiate Charter School di New York, nel 2016 ha pubblicato su “Emotion” “Bored in the USA”. Si tratta del più vasto studio naturalistico sulla noia.

Per circa 10 giorni quasi 4000 volontari hanno registrato ogni 30 minuti, tramite un app sul cellulare, ciò che facevano, dove si trovavano, con chi e quali emozioni stavano provando. Lo scopo era quello di capire la frequenza con la quale le persone si annoiano e quanto questa incida sulla qualità delle loro vite. Si è voluto individuare chi è maggiormente colpito dalla noia – in base all’età, all’istruzione, etc -, in quali situazioni e se c’è un legame con il temperamento.

“La noia” sostiene Makey “non è tanto un tratto caratteriale quanto una conseguenza di quel che si fa: in gran parte dei casi non ci sono persone intrinsecamente annoiate, ma situazioni noiose.”

 

Emozioni negative, attività monotone, autonomia limitata

Un dato innegabile è che la noia coesiste quasi sempre con delle emozioni negative – come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Inoltre è molto più frequente durante le attività monotone o difficili. Infine ci si annoia quando la propria autonomia è limitata.

 

L’anti-noia

“Non c’è un libretto di istruzioni anti-noia. Ognuno trova i suoi modi per alleviarla, dipende dalla condizione psicologica in cui si inserisce” osserva Giuseppe Craparo, ricercatore dell’Università di Enna Kore.

Bisogna però distinguere tra i momenti di noia ordinaria e una condizione cronica “Se si tratta di una condizione pervasiva, esistenziale, allora non bisogna intervenire tanto sulla noia in sé quanto sul quadro psicologico che l’accompagna, come la depressione o l’alessitimia. Aiutando per esempio un alessitimico ad acquisire più consapevolezza delle emozioni. A saperne parlare, la noia diventa un’esperienza ristretta da cui si sa uscire.

 

Thomas Gilovich e Clayton Critcher

Secondo Thomas Gilovich e Clayton Critcher, psicologi alla Cornell University, più consapevolezza delle situazioni più lenire la noia.

Essere consci del conflitto che ci fa annoiare più infatti essere utile per contrastare la noia stessa.

 

Conflitto tra attenzione e ambiente

Banalizzando, si può sostenere che la noia scaturisce da un conflitto fra l’attenzione e l’ambiente: per ridurla bisogna quindi cambiare uno dei due elementi. In pratica, se si riesce a comprendere cosa genera in noi la noia, si possono progettare gli ambienti per evitarla.

 

Opinioni diverse sulla noia

Secondo Capraro “se siamo nell’ambito della normalità, il modo di uscirne si trova. Banalmente si può cercare una cosa piacevole da fare, un libro, una telefonata a un amico.”

Secondo John Eastwood, della York University di Toronto in Canada, invece è indispensabile evitare due equivoci:

1) propugnare che dobbiamo “imparare ad annoiarci” perché ciò stimola la creatività;

2) la noia va cancellata il prima possibile e con ogni mezzo. In questo caso, infatti rischiamo di sentirci come dei vasi passivi da riempire di stimoli.

“La noia” ha dichiarato Eastwood “può essere un indizio che, se ascoltiamo a dovere, ci aiuta a vivere una vita più piena”.

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