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DJALMINHA, IL GENIO IRASCIBILE

Djalma Feitosa Dias, o più semplicemente Djalminha.

Il genio irascibile che, con i suoi colpi di testa ha condizionato una carriera che poteva essere tra le più luminose di sempre.

 

Tocco di palla vellutato, fantasia, perfetta padronanza tecnica e imprevedibilità.

Djalminha calcio genioTalmente tanta d’imprevedibilità, che non sapevi mai se avrebbe fatto una giocata da tramandare ai posteri oppure uno scatto d’ira che avrebbe rovinato tutto.

Djalminha nasce come giocatore in brasile con il Flamengo tra il 1989 e il 1993. Si fa cacciare per un acceso litigio con Renato Portaluppi. Un litigio che gli costa anche la convocazione (sarebbe stata la prima con la Selecao) per la Copa America 1993.

Gioca poi con il Guarani, in Giappone con il Shimizu S-Pulse e poi si trasferisce nel Palmeiras.

Viene convocato, insieme a giocatori del calibro di Ronaldo, Romario, Denilson e Edmundo, per la Copa America del 1997. Una Copa America in Bolivia dove avrà un ruolo da protagonista e per lui si apriranno le porte dell’Europa. All’epoca, per un calciatore brasiliano l’Europa era la sublimazione della carriera.

 

Il Deportivo La Coruña lo accoglie e gli consegna in mano le chiavi della squadra

Qui il giocatore mette in mostra tutto il meglio del suo repertorio affascinando pubblico e avversari. Il club vince la sua prima e unica Liga nella stagione 1999-00. Purtroppo anche in quel momento di grazia, Djalminha perde spesso il controllo a causa del carattere focoso, irascibile e folle.

Nel 2002 durante una violenta lite, tira una testata al suo allenatore Javier Irureta. Quel gesto gli costa la convocazione della nazionale brasiliana per i Mondiali in Corea e Giappone.

Nel 2004, mentre in Champions League il Deportivo fa fuori la Juventus e rimonta il Milan con il leggendario 4-0 al Riazor, Djalminha è ai margini della squadra. Il genio irascibile ha già bruciato la sua parabola. Al termine di quella stagione, lascia il Deportivo e va a giocare un anno in Messico.

 

Decide di cambiare sport

Si dedica al Futshow, una sorta di calcio a 5, con delle varianti più spettacolari.

 

Indimenticabile resta per tutti gli amanti del calcio la lambreta di Djalminha contro il Real Madrid.

La palla che si lascia accarezzare dal tacco di un prestigiatore brasiliano, che si alza, che scavalca tutti e ricompare qualche metro più avanti. Una palla che non finisce in porta, ma che rimane nella memoria di tutti. La pennellata di un artista che con il pallone ha sempre fatto quello che voleva. L’urlo del genio che non vuole consegnarsi alla freddezza della razionalità. Il colpo del folle che non sarà mai come lo vorranno gli altri.

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