Medici Strukul date

COSIMO DEI MEDICI VISTO ATTRAVERSO LE DATE “I MEDICI” DI MATTEO STRUKUL

Uno spaccato della Storia di Firenze e di Cosimo de’ Medici visto attraverso alcune delle date più importanti che hanno segnato la scalata al potere di quello che viene considerato uno degli uomini più potenti e affascianti della città.

 

Agosto 1430

Medici Strukul date“Niccolò – Uzzano – mi rendo conto di quel che dici e, credimi, i Medici sono alleati tuoi e difensori della pace. D’altra parte sappiamo tutti quanto pericolosa possa essere la presenza di Francesco Sforza. Milano ci ha già logorato in passato e ora concedergli Lucca sarebbe un errore. E non v’è dubbio che lo Sforza libererò la città dall’assedio di Fortebraccio. Ha molti più uomini e sono meglio armati e mentre noi stiamo qui a parlare è assai probabile che proprio oggi stia marciando trionfane su Lucca”

Cosimo De’ Medici

 

Settembre 1430

In mezzo alla pelle chiara esplodeva, mostruoso, una sorta di bubbone violaceo delle dimensioni di un uovo. Era gonfio e pulsante e in esso pareva annidarsi la morte stessa – peste.

 

Aprile 1431

“Quello che intendo dire, e con ciò ho concluso è che al di là della sua giusta intesa con il popolo e la plebe, Cosimo de’ Medici, a differenza del padre Giovanni, è uomo tutt’altro che morigerato e modesto ma sottilmente arrogante e convinto di potersi elevare al di sopra di tutti noi e un tale comportamento, a mio avviso, non fa bene alla Repubblica poiché, amici miei, la trasforma di fatto in una Signoria, una Signoria medicea” Palla Strozzi

 

Aprile 1433

“Guarda sempre avanti e provvedi acciocchè il buon nome dei Medici permanga in questa città, così come tuo padre l’ha lasciato a te e a tuo fratello e aumentane se puoi il prestigio e il potere, giacché quest’ultimo, se usato nel giusto modo e cioè con misura e sensibile ingegno, reca benefici alla collettività” Piccarda de’ Medici

 

Settembre 1433

“Messer Cosimo de’ Medici” tuonò il capitano delle guardie, “per ordine del Confaloniere di Giustizia la traggo in arresto con l’accusa di attentato alla Repubblica e tirannia. I delitti di cui siete accusato vi verranno imputati con maggior dettaglio, una volta che sarete condotto presso il Palazzo della Signoria dal Gonfaloniere di Giustizia, messer Bernardo Guadagni”.

 

Ottobre 1433

Un motivo in più per battersi fino alla fine. Non solo per suo marito e per l’amore che legava i loro cuori, non solo per i suoi figli che l’attendevano a casa ma anche per non tradire la memoria di coloro che avevano fatto grandi i Medici e che tanto le avevano dato in passato. Contessina de’ Medici

 

Gennaio 1434

La bottiglia era andata in mille pezzi e così i calici in vetro soffiato di Murano. E in quella ridda di schegge e cocci, il Chianti dal color rubino che allagava il pavimento portò Cosimo a pensare all’unica cosa possibile.

“Veleno!”

 

Settembre 1434

Cosimo de’ Medici, per altro, se ne stava tranquillo e ben rimpannucciato in quel di Venezia. Si favoleggiava che dimorasse negli appartamenti del doge Francesco Foscari a discettar d’arte e filosofia, mentre suo fratello Lorenzo espandeva viepiù la rete finanziaria dell’importante filiale veneziana del Banco

 

Settembre 1436

E mentre lui stava lì – Rinaldo degli Albizzi – diseredato da tutti, quella gigantesca palla di lardo – Filippo Maria Visconti – dominava sul Ducato di Milano e aveva il potere di concedergli uomini e armi per cambiare il corso della storia.

 

Febbraio 1439

“Abbiamo pagato il viaggio di settecento prelati e intellettuali greci per trasferire un concilio episcopale da Ferrara a Firenze, te ne rendi conto?” Lorenzo de’ Medici

 

Luglio 1439

Al suo fianco, sotto la cupola di Brunelleschi, il cardinale Giuliano Cesarini leggeva quel decreto, redatto per volontà comune, che giungeva a sancire la riunificazione, suggellando un’alleanza che era la porta verso un’intesa politica e financo militare, volta a proteggere il mondo cristiano dalla rabbia ottomana, in procinto di abbattere gli ultimi muri di Bisanzio che ancora la separavano dai regni occidentali.

 

Giugno 1440

Schwartz lo conosceva con un gran cospiratore, ma non sapeva quanto vile fosse. E in quei giorni aveva scoperto il peggio del suo precedente signore. Frustrato e deluso dalle molte sconfitte collezionate negli anni, reso insicuro e rabbioso da un’attesa che puzzava di morte annunciata, Albizzi era diventato l’ombra dell’uomo che era stato. Avrebbe fatto quasi compassione se non fosse stato per la sua vigliacca violenza.

 

Luglio 1440

Era un capo – Cosimo de’ Medici -, era il signore di Firenze e doveva assolvere al proprio compito, per il bene della sua città. Forse non sarebbe stato l’uomo migliore del suo tempo, ma sarebbe saputo espiare le sue colpe accettando il bene e il male che il governo di Firenze gli imponeva. Non sarebbe indietreggiato. Né si sarebbe sottratto al suo destino.

 

Settembre 1453

Dopo gli anni della politica e della direzione del Banco era giunto, ormai da un po’, il tempo del riposo, della lettura e delle speculazioni filosofiche a lui tanto care. Si era perciò ritirato a Careggi, nella villa ristrutturata da Michelozzo, e qui spendeva la maggior parte del suo miglior tempo.

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