TUTTO IL “DR HOUSE” CHE CONTA

Dr. House, le frasi celebri del dottore più burbero della TV

IMPRESSIONI E SENSAZIONI DELL’OTTAVA SERIE RIVISTA A QUALCHE ANNO DI DISTANZA DALLA MESSA IN ONDA

La tv via cavo offre la possibilità di rivedere alcune grandi serie televisive del passato, recente e meno, che hanno fatto la storia televisiva.

Dr. House – Medical Division”

Una di queste è “Dr. House – Medical Division”, e ripercorrere le puntate dell’ultima serie ci permette di fare valutazioni “a freddo” e a diversi anni dalla messa in onda.

Per chi non avesse mai seguito neanche una puntata, stiamo parlando di una serie televisiva ideata da David Shore, drammatica ospedaliera, incentrata sul medico Gregory House (interpretato da Hugh Laurie), eccentrico “genio” della medicina, in particolare quella diagnostica, che si trova a fronteggiare casi “disperati” di malattie rare risolte brillantemente con un metodo sicuramente poco convenzionale.

L’aspetto caratteriale

A fare da contraltare alla genialità del dottore è l’aspetto caratteriale, particolarmente spigoloso, dello stesso: ombroso, poco socievole, spietato e cinico, così come caratteristico è l’incedere “claudicante” dovuto ad un intervento errato subito alla gamba.

L’ottava e ultima stagione

L’ottava e ultima stagione è, se vogliamo dare una definizione, la serie della “restaurazione”; dopo le vicende burrascose delle precedenti annate, House ritorna al ruolo di luminare nel fantomatico ospedale Princeton-Plainsboro Teaching Hospital (inesistente nella realtà), al vecchio ufficio con la lavagna magnetica e ad un team di lavoro che è un mix dei protagonisti delle stagioni precedenti.

Collaboratori storici

E’ un Gregory House particolarmente incline alle vecchie abitudini, e circondato dai collaboratori storici: dal Dottor Robert Chase (Jesse Spencer), a Chris Taub (Peter Jacobson), dall’amico fidato James Wilson (Robert Sean Leonard) al nuovo capo, una vecchia conoscenza del primo staff di House, ovvero Eric Foreman (Omar Epps), oltre ai nuovi arrivi: la dottoressa Jessica Adams (Odette Annable) che Gregory ha assunto dal carcere dove era detenuto, e la Dottoressa Chi Park (Charlyine Yi), spostata da un altro reparto a causa di problemi con il precedente capo.

L’approccio clinico

E naturalmente non cambia l’approccio clinico ai casi trattati, con almeno una manciata di ipotesi per ogni paziente in cura, terapie abbozzate molto spesso senza fare esami ma in base alle varie ipotesi cliniche decise in riunioni alquanto burrascose dal Team diagnostico di Gregory, al massacro del povero paziente bombardato di medicine e cure molto spesso dannose fino al “tana libera tutti” con la magnifica intuizione finale del Dottor House che salva il malcapitato di turno (pronto in un paio di giorni a lasciare l’ospedale).

L’ospedale che avremmo sempre sognato

Ed è forse l’ospedale pre-covid che avremmo sempre sognato, con dottori senza camice e senza maschera perché poco televisivi, parenti che possono assistere a tutti gli interventi e a tutte le crisi del congiunto senza allontanarsi mai dalla stanza dove è ricoverato, tracheotomie eseguite a regola d’arte con qualsiasi mezzo a disposizione (dal bisturi, al coltello, fino alla cannuccia della penna – la mia preferita), a medici che fanno anche gli infermieri, oltre che i dottori specialisti di tutte le branchie ma che non mancano di effettuare personalmente analisi di tutti i tipi, interventi operatori e risonanze utili ai vari casi.

Assenza dell’antagonista

Quello che manca nelle ultime puntate della serie è l’antagonista. Persa la Dottoressa Cuddy (Lisa Edeistein), infatti, non c’è nessuno che riesca a fermare le angherie e le boutade del dottor Gregory House.

Molto spesso il suo incedere claudicante nei corridoi dell’ospedale con lo stuolo di collaboratori del suo staff ad inseguirlo fa il pari con un altro grande collega in ambito televisivo, il Dottor Guido Tersilli del grande Alberto Sordi meno geniale, ma non certamente meno cinico.

Il ritmo delle puntate

Il ritmo delle puntate scorre con lo stesso incendere regolare. L’abbassamento di tensione in un certo senso appiattisce anche il lato più oscuro di Gregory. Questo fino alla puntata finale – che non spoilero – che determinerà l’uscita di scena dell’amato dottore.

La serie è stata un punto di non ritorno per il genere.

In quanto ha dimostrato, tra l’altro, che non necessariamente il pubblico si affeziona ai dottori propinati dalle serie TV

– che sono eroi senza macchia e senza paura –

ma incline anche a seguire il meno prosaico ma più umano Dottor House. Un medico dall’incedere zoppicante, così geniale, così lucido e determinato nel lavoro quanto ombroso e dissennato nella vita privata.

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