Plastica beviamo salute

QUANTA PLASTICA BEVIAMO?

L’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare lancia l’allarme per la plastica disciolta nell’acqua.

 

Microplastiche e nanoparticelle

Plastica beviamo saluteLe microplastiche che contaminano l’acqua potabile sono comprese tra il mezzo centimetro e gli 0.1 micrometri, ovvero circa 100 volte più piccole di un capello umano. La teoria più accreditata è che sia l’aria il principale veicolo di propagazione delle “polveri di polimeri che una volta poggiate sul suolo si infilano nelle falde acquifere.

Dalla degradazione della microplastica si originano le nanoparticelle, che sono addirittura 80 mila volte più sottili di un capello.

 

Mangiare pesce è pericoloso?

Noi produciamo 300 milioni di tonnellate annue di plastica. Ma quanta ne ingeriamo?

E’ stato calcolato che più di 5 trilioni di pezzi di plastica vagano per gli oceani. Il più grande raggruppamento è il “Great Pacific Garbage Patch”, tra le Hawaii e la California.

Elevate concentrazioni si misurano soprattutto nei pesci.

Peter Hollman, professore associato di nutrizione e salute presso l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, osserva sul sito dell’Efsa che “poiché le microplastiche sono presenti per lo più nello stomaco e nell’intestino, che di solito vengono eliminati, i consumatori non ne risultano esposti. Tuttavia, nel caso dei crostacei e dei molluschi bivalvi, come le ostriche e le cozze, il tratto digestivo viene consumato, per cui si ha una certa esposizione.”

 

La salute del nostro mare

Il Mediterraneo è purtroppo uno dei mari più inquinati per quanto riguarda le microplastiche.

La maglia nera spetta all’arcipelago toscano. Secondo Stefano Alani dell’Ismar-Cnr “solo nel tratto tra la Toscana e la Corsica è stata rilevata la presenza di circa 10 chilogrammi di microplastiche per chilometro uadrato, contro i circa 2 chilogrammi presenti al largo delle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia e lungo il tratto nord della Costa Pugliese.”

 

Come possiamo diminuire l’inquinamento da plastica?

Le plastiche non sono biodegradabili. Si accumulano nell’ambiente. Si rompono in frammenti sempre più piccoli ma non spariscono, se non alla vista.

Per ridurre l’inquinamento si deve incentivare la raccolta differenziata e il riciclo. Da quest’ultimo si possono ricavare, ad esempio, magliette, piumini, ma anche cruscoatti per le vetture. Ma soprattutto nuovi posti di lavoro.

Fortunatament ein Italia la raccolta differenziata è in continuo aumento. Le tonnellate raccolte sono infatti salite a oltre un milione l’anno.

 

Il futuro è la bioplastica

Il futuro è la bioplastica, biodegradabile al 100%.

L’Italia nel settore delle bioplastiche è tra i paesi più virtuosi.

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