parole autore Prospettiva

I drappi furono violentemente scostati e Gurney Halleck piombò nella stanza.

I drappi furono violentemente scostati e Gurney Halleck piombò nella stanza.

Jessica intravide appena il suo viso contorto da uno strano sogghigno, poi Gurney fu dietro di lei e l’afferrò brutalmente, passandole il braccio sotto il mento e trascinandola in piedi.

– Gurney, pazzo, cosa stai facendo?

Poi sentì il tocco gelido del coltello contro la schiena. Un brivido di consapevolezza si propagò dall’affilata punta d’acciaio. Seppe in quell’istante che Gurney voleva ucciderla. Perché? Non riuscì a immaginare alcuna ragione, poiché non era un uomo che potesse tradire. Ma non c’era alcun dubbio sulle sue intenzioni. La sua mente fu travolta dall’affanno. Perché non era un uomo che si potesse sopraffare facilmente. Era un uccisore preparato alla Voce, che conosceva tutti gli stratagemmi, pronto a ogni violenza. Era un superbo strumento di morte, che lei stessa aveva contribuito a addestrare con i suoi consigli e i suoi suggerimenti sottili.

– Credevi di essere riuscita a sfuggire, eh, strega? – ruggì Gurney.

Prima che lei potesse accogliere questa domanda nella sua mente e cercare una risposta, le tende si scostarono e Paul entrò.

– Eccolo, Madre, è… – Paul s’interruppe bruscamente.

– Resta dove sei, Mio Signore – disse Gurney.

– Che cosa… – Paul scosse la testa, incredulo.

Jessica fece per parlare, ma il braccio di Gurney aumentò la stretta.

– Parlerai quando io lo vorrò, strega – ringhiò Gurney. – Voglio soltanto che tuo figlio sappia una cosa. Al minimo gesto contro di me, ti pianterò questo coltello nel cuore, un semplice atto riflesso. La tua voce deve restare uniforme. Non muoverti, non tendere i muscoli. Agirai con la massima prudenza, per guadagnarti questi pochi istanti di vita. E ti assicuro che è tutto quello che ti resta.

Paul avanzò di un passo: – Gurney, amico mio, che cosa…

– Fermati dove sei! – urlò Gurney. – Ancora un passo e lei è morta.

Le mani di Paul scivolarono verso l’impugnatura del coltello. Parlò, con calma mortale:

– Farai bene a spiegarti, Gurney.

– Ho giurato di scannare viva la traditrice di tuo padre – replicò Gurney. – Credi che io possa dimenticare l’uomo che mi ha salvato dal pozzo degli schiavi degli Harkonnen, l’uomo che mi ha ridato la libertà, la vita, l’onore… che mi ha offerto la sua amicizia: una cosa che io valuto al di sopra di ogni altra? Ho chi l’ha tradito sotto il mio coltello. Nessuno può impedirmi di…

– Non potresti commettere errore peggiore di questo, Gurney – disse Paul.

È questo, dunque, pensò Jessica. Quale ironia!

– Un errore, eh? – ribatté Gurney. – Ascoltiamo dunque cosa può dirci questa donna. E ricorda che ho corrotto, spiato e truffato per confermare questa accusa. Ho perfino offerto della semuta a un capitano delle guardie degli Harkonnen, per ascoltare tutta la storia.

Jessica sentì il braccio che le stringeva la gola rilassarsi leggermente, ma, prima che lei potesse parlare, Paul disse: – Il traditore era Yueh. Questo ti dico, Gurney. Le prove sono complete, irrefutabili. È stato Yueh. Non m’interessa come tu sia arrivato ai tuoi sospetti, ma se farai del male a mia madre… – (brandì il cryss e lo puntò verso di lui) – …avrò il tuo sangue.

– Yueh era un dottore condizionato per servire la Casa Reale – ringhiò Gurney. – Non poteva tradire!

– C’è un modo per annullare quel condizionamento – replicò Paul.

– Le prove – disse Gurney.

– Le prove non sono qui – rispose Paul. – Si trovano nel Sietch Tabr, lontano da qui. Ma…

– È un trucco! – ruggì Gurney, e il suo braccio si strinse intorno al collo di Jessica.

– Nessun trucco, Gurney – replicò Paul.

Vi era una profonda tristezza nella sua voce, al punto che Jessica ne ebbe il cuore lacerato.

– Ho visto il messaggio preso al corriere degli Harkonnen – ribatté Gurney. – Esso indicava chiaramente che…

– L’ho visto anch’io – disse Paul. – Mio padre me lo mostrò la sera stessa, e mi spiegò che era un trucco degli Harkonnen, per fargli sospettare della donna che amava.

– Ah! – esclamò Gurney. – Tu non hai…

– Silenzio! – disse Paul.

La tranquilla fermezza delle sue parole era più imperativa di tutti gli ordini che Jessica avesse mai udito. Ha il Grande Controllo, pensò.

Il braccio di Gurney tremò sul suo collo. La punta del coltello si ritirò.

– Quello che tu non hai udito – riprese Paul, – sono i singhiozzi di mia madre la notte in cui ha perduto il suo Duca. Quello che tu non hai visto è il lampeggiare dei suoi occhi quando parla di uccidere gli Harkonnen.

Così, pensò Jessica, ha ascoltato. Le lacrime le bruciarono gli occhi.

– Quello che hai dimenticato – proseguì Paul, – è la lezione che avevi imparato nei pozzi degli schiavi. Tu parli con fierezza dell’amicizia di mio padre! E sei incapace di distinguere tra gli Harkonnen e gli Atreides al punto di non riconoscere un inganno degli Harkonnen dal fetore che emana? Ancora non sai che la lealtà agli Atreides si acquista con l’amore, mentre la moneta di scambio degli Harkonnen è l’inganno? Davvero non hai riconosciuto la vera natura di questo tradimento?

– Ma Yueh? – mormorò Gurney.

– Abbiamo un messaggio di Yueh, firmato di suo pugno, in cui confessa il suo tradimento – disse Paul. – Te lo giuro sull’amore che ti porto. Un amore che conserverò anche quando ti avrò lasciato morto in questa stanza.

Ascoltando suo figlio, Jessica si meravigliò della sua comprensione, del suo intuito, della sua intelligenza.

– Mio padre aveva un istinto per gli amici – continuò Paul. – Non ha concesso facilmente il suo amore, ma non ha mai commesso uno sbaglio. La sua unica debolezza? L’incomprensione dell’odio. Pensava che chiunque odiasse gli Harkonnen non avrebbe potuto tradirlo. – Guardò sua madre. – Lei lo sa. Le ho trasmesso il messaggio di mio padre. Lei sa che mio padre non avrebbe mai dubitato di lei.

Jessica sentì il suo controllo dissolversi. Si morse il labbro inferiore. Davanti all’atteggiamento formale di suo figlio, capì quanto queste parole dovessero costargli. Avrebbe voluto correre da lui, cullare la sua testa contro il suo petto, come non aveva mai fatto. Ma il braccio aveva cessato di tremare contro la sua gola. E la punta del coltello era nuovamente puntata sulla sua schiena, aguzza, immobile.

– Uno dei momenti più terribili nella vita di un ragazzo – riprese Paul, – è quando scopre che suo padre e sua madre sono esseri umani che condividono un amore al quale lui non potrà mai partecipare. È una perdita, ma anche un risveglio, la constatazione che il mondo esiste, e che noi siamo soli. Questo momento porta con sé la propria verità, cui non possiamo sfuggire. Io ho udito mio padre parlare di mia madre. Lei non ha tradito, Gurney.

Jessica ritrovò infine la voce e disse: – Gurney, lasciami. – Aveva parlato con voce normale, nessun trucco con cui giocare sulla sua debolezza. Tuttavia, il braccio di Gurney si allontanò e ricadde. Jessica si avvicinò a Paul e si fermò davanti a lui, senza toccarlo. – Paul – disse, – vi sono altri risvegli in questo universo. Improvvisamente ho capito fino a qual punto ti ho manipolato, trasformato… per farti seguire la via che avevo scelto… che io dovevo scegliere (se questa può essere una giustificazione) a causa della mia educazione. – Tacque, mentre un nodo le stringeva la gola. Inghiottì, poi riprese, guardando suo figlio negli occhi: – Paul… io voglio che tu faccia qualcosa per me: scegli la via della tua felicità. Per questo, sfida chiunque o qualunque cosa. Ma scegli da solo la tua vita. Io…

(….)

Gurney non si era mosso, ma aveva infilato il coltello nel fodero e si era aperto la veste, rivelando il petto rivestito della grigia tuta distillante dei contrabbandieri.

– Pianta il tuo coltello, qui, nel petto – mormorò Gurney. – Uccidimi, e che sia finita. Ho infangato il mio nome. Ho tradito il mio Duca! Il migliore…

 – Basta! – gridò Paul. Gurney tacque e lo fissò. – Chiudi quella veste e smettila di recitare come un pazzo – continuò Paul. – Hai già fatto abbastanza follie, per oggi.

– Uccidimi, ti dico! – ruggì Gurney.

– Tu non mi conosci – disse Paul. – Mi credi davvero un idiota? Devono comportarsi così tutti gli uomini di cui ho bisogno?

Gurney guardò Jessica, e la sua voce acquistò un tono disperato, supplichevole: – Allora voi, mia Lady, vi prego… uccidetemi.

Jessica gli si avvicinò, gli mise le mani sulle spalle. – Gurney, perché vuoi che gli Atreides uccidano quelli che amano?

Dune – Frank Herbert

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