Il dottor Vittorio Lingiardi è un psichiatra e psicoanalista, ordinario di psicologia dinamica alla “Sapienza” e direttore della collana “Psichiatria Psicoterapia Neurosciense”.
Convinzioni
“Le mie convinzioni nascono da due fonti: l’esperienza di terapeuta, e l’aver fatto per tanti anni gli esami di ammissione alla scuola di specializzazione della “Sapienza”, che abilità all’esercizio della psicoterapia. Per me qualunque relazione di cura basata sulla parola, a prescindere che abbia più un approccio cognitivo o psicodinamico, chiama in causa talmente tanti aspetti della personalità, oltre che dalla preparazione teorica, che un lavoro di psicoterapia personale è non solo indicato ma necessario.”
La relazione tra lo stile terapeutico e lo stile relazionale
“Se la relazione è cruciale, è importante che almeno due persone che la stabiliscono sia consapevole delle forze messe in campo, ed è evidente che questa persona deve essere il terapeuta. Il punto è decidere se si ritiene che la professione è affidata solo alla capacità di mettere in atto tecniche, e allora può farlo anche chi non è stato analizzato. Ma secondo me il nostro lavoro dipende da come ognuno sa intrecciare elementi tecnici e relazionali, e quando entrano in gioco questori ultimi penso vadano ascoltate quelle ricerche che dicono che la dimensione relazionale è legata anche a tante variabili del terapeuta.”
I pazienti complessi
“Specialmente con i pazienti complessi, nel terapeuta vengono mosse risposte emotive intense, include quelle riconducibili al vecchio concetto di controtransfert, cioè che cosa un certo paziente mobilizza inconsciamente.”
Ombre
“Il nostro lavoro è così carico di ombre, ombre di onnipotenza (io ti salverò), di potere (tu dipenderai da me) e così via, che se non esamini queste ombre con l’aiuto di un’altra persona, facendo tu il paziente, rischi di trascinare nel tuo stile di cura troppi aspetti legati a problematiche di personalità.”