Il romanzo della scrittrice Stefania Auci racconta l’ascesa commerciale e sociale della famiglia Florio, che dalla Calabria si trasferisce in Sicilia negli anni che vanno dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi.
Non è un racconto di uomini visti da altri uomini, ma vi è al suo interno anche l’esaltazione della silenziosa forza delle donne, capaci di sacrificare tutto per la stabilità e l’ascesa della famiglia: come Giuseppina, che sacrifica l’amore per la salvaguardia del nome dei Florio e Giulia, che metterà da parte l’onore per divenire il porto sicuro dell’uomo che ama.
Trama
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra nel 1799, i fratelli Vincenzo e Paolo Florio, inquieti e ambiziosi, partendo dal nulla rendono la loro bottega di spezie la più importante e fornita della città. I passi successivi sono l’avvio del commercio di zolfo e l’acquisto di case e terreni dai nobili palermitani che sovvenzionano con prestiti e garanzie.
Nonostante il successo, però continuano ad essere considerati dei “facchini” il cui “sangue puzza di sudore”.