SERGEJ LEBEDEV CI AIUTA A COMPRENDERE LA RUSSIA DI OGGI SPIEGANDOCI QUELLA DI IERI

Sergej Lebedev è un giornalista e scrittore, nato a Mosca nel 1981. Penna e voce della Russia che non si è arresa a Putim. Perché “ci sono fatti, e cose, che devono essere scritti e raccontati. Le persone devono essere informate dei rischi che corrono nel vivere in un Paese. È importante farlo per un giornalista, per non sentire un giorno vergogna per non averlo fatto.”

 

L’iniziale smarrimento storico non è stato sfruttato

Lebedev giornalista Russia“Quando i carri armati sono entrati nelle città, i russi si sono resi conto che l’Unione Sovietica non esisteva più.

Inizialmente per l’uomo russo è stata importante la cosiddetta vittoria simbolica: anche il solo poter restare in piedi in piazza a protestare era una vittoria fino a poco tempo prima inimmaginabile.

L’iniziale smarrimento storico non è però stato sfruttato – Un esempio in tal senso è che nel ’94 c’è stata la repressione in Cecenia. – Si erano aperte delle porte dalle quali entrava aria fresca, ma purtroppo da esse non è passato nessuno. In questo modo chi era al potere prima è tornato a gestirlo con le medesime modalità precedenti.

Negli anni ’90 tante persone credevano che la storia avesse intrapreso la giusta strada: c’era questa speranza! Poi le credenze si sono sbriciolate con la realtà che chiedeva invece sforzi, impegni e onestà. Il mutamento storico, infatti, non procede da solo per fede, ma va accompagnato da un processo di cambiamento dell’intera società. Fenomeno che purtroppo in Russia non c’è stato.”

 

La storia della Russia è la storia degli uomini

Gli eventi storici che hanno coinvolto la Russia non sono una peculiarità di un solo popolo. Qui sono state uccise persone di varie etnie – come comunisti italiani e imprenditori americani. – Ci sono lager con lapidi di tutte le etnie e nelle commemorazioni prendono parte rappresentanti delle varie Chiese che conosciamo.

La mancanza di una via d’uscita e l’essere condannati a seguire la propria memoria è una forte perdita. Purtroppo non è possibile cambiare il passato.”

 

La Russia oggi

“Oggi in Russia ci sono cose che non funzionano e altre che funzionano: la democrazia non funziona mentre il KGB purtroppo funziona.

La contrapposizione della povertà degli anni ’90 e la condizione odierna della Russia è che quelli che vengono considerati i meriti di Putin dovrebbero essere notevolmente ridimensionati – basti pensare al vertiginoso aumento del costo del petrolio.

Dopo 15-20 anni di governo sempre uguale, la tirannia diventa qualcosa di schizofrenico.

La sociologia conferma che chi occupa ruoli politici e amministrativi ha avuto un ruolo o ha un rapporto con il KGB. Queste persone non hanno alcuna concezione del significato di parole come Fiducia e Valori. Sono state addestrate solo a operare per l’unione politica. In generale, per fortuna, agiscono secondo dei metodi tradizionali, seguendo addirittura dei manuali, e quindi facilmente smascherabili negli eventuali misfatti.

La Russia prima o poi dovrà fare i conti con l’assenza di Putin.”

 

Il sistema dell’istruzione

“Il sistema dell’istruzione, soprattutto quella superiore, non è libero. C’è stata, tra le altre cose, una riduzione negli ultimi anni di circa 1/3 degli istituti, nello specifico di quelli privati – ovvero quelli sorti negli anni ’90.

Purtroppo su tutti gli indirizzi di studio grava un carico ideologico molto importante.”

 

Michael Gorbacev

“Di Gorbacev ho una pessima opinione politica, ma lo apprezzo sotto l’aspetto umano.

Non lo apprezzo come politico in quanto ha abbandonato la politica senza preoccuparsi di lasciare un erede che ne proseguisse l’opera. Rispetto però la scelta umana che ha fatto: ha deciso di andarsene e se ne è andato. Questo gesto, però, umanamente lodabile e comprensibile, ha messo a repentaglio la sua azione politica.”

 

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