Non esistono buoni o cattivi solo in base alle ideologie, ma persone che si comportano secondo coscienza o guidate dalla bruttezza delle loro anime.
30 aprile 1945
Il 30 aprile 1945 veniva uccisa Giuseppina Ghersi. Aveva 13 anni. La sua vita è stata troncata con un colpo di pistola e il suo corpo gettato su un mucchio di altri cadaveri davanti alle mura del cimitero di Zinola.
Stelvio Murialdo descriverà la visione dei resti della ragazzina con queste terribili parole: “Era un cadavere di donna molto giovane ed erano terribili le condizioni in cui l’avevano ridotta. Evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei. L’orrore era rimasto impresso sul suo viso, una maschera di sangue con un occhio bluastro tumefatto e l’altra spalancato sull’inferno“.
La famiglia Ghersi
La famiglia Ghersi era proprietaria di un negozio di frutta e verdura a Savona.
Il 25 aprile 1945 dei partigiani si presentarono da loro chiedendo materiale per le medicazioni, che i Ghersi fornirono senza alcuna obiezione.
Il 26 aprile la famiglia Ghersi viene sequestrata da due partigiani armati e portati al Campo di concentramento di Legino. Nel nucleo familiare manca solo la piccola Giuseppina, che era ospite a casa di amici e verrà quindi prelevata poco dopo.
Giuseppina e la madre verranno stuprate e ripetutamente picchiate davanti allo sguardo impotente del padre e marito
La colpa
La colpa di Giuseppina – ma di colpa non si può né si deve parlare – è stata quella di aver vinto un concorso e di aver ricevuto una lettera con i complimenti da parte del Segretario particolare del Duce.
Questo è bastato per far pensare a quei partigiani che la bambina, di soli 13 anni, fosse una spia del regime fascista.
È bastato ancora meno a certi individui giustificare l’accaduto come “azione di guerra giusta e necessaria per combattere il nazifascismo”.
La ricostruzione
La storia di Giuseppina è stata ricostruita grazie al padre che il 29 aprile 1949 ha presentato al Procuratore della Repubblica di Savona un esposto di sei pagine scritte a mano.
LA VERGOGNA NON HA COLORE NE IDEOLOGIA E’ SOLO BRUTALITA’ INGIUSTIZIA CHE LE LORO COSCIENZE NEL CASO NE AVESSERO AVUTA UNA SI FACESSERO SENTIRE