Dal latino blasphēmia e dal greco βλασϕημία, oggi sdoganata dall’antico significato.
Per alcuni bestemmiare è un’arte, non un’improvvisazione
Per una buona bestemmia occorrono anni di preparazione ed esercizi, ma soprattutto tanta buona volontà perché non basta la predisposizione.
Inoltre chi si limita a pensare che essa sia solo e semplicemente un’offesa alle divinità, si sbaglia perché – sempre a detta dei bestemmiatori più incalliti – si tratta di un’antica manifestazione d’amore verso Dio.
Addirittura alcuni la fanno risalire all’epoca dei graffiti.
La svolta si ha con la bestemmia in latino più famosa della storia: “Deus porco”.
Libertà di espressione
Oggi le vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo in Francia e le conseguenze drammatiche che ne sono seguite hanno sollecitato le Nazioni Unite a porre sempre maggior attenzione alla libertà di espressione individuale e quindi per l’abrogazione delle leggi che puniscono parole e atti blasfemi.
Un rapporto della United States Commission on International Religious Freedom ha classificato i Paesi che maggiormente puniscono chi fa uso di bestemmie e gesti blasfemi.
Tra i più intransigenti ci sono i Paesi musulmani come Iran, Pakistan, Egitto, dove invocare a sproposito il nome di Allah può portare addirittura alla pena capitale.
La Cina nel 2007, anno del Maiale, invitò a moderare il consumo di questa carne per non urtare i sentimenti dei cinesi musulmani
L’Olanda ha deciso di eliminare dal codice penale il reato di blasfemia nel 2012, mentre la Danimarca lo ha fatto nel giugno 2017.
Italia e Irlanda, invece di togliere le leggi che mettono all’indice blasfemia e bestemmie, le inaspriscono.
Il nostro codice penale
Cita letteralmente: “Chiunque pubblicamente [c.p. 266] bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la divinità o i simboli o le persone venerati nella religione dello Stato [c.p. 402, 403, 404] (1), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309 [disp. att. c.p.]”
Da noi, si è avuta una diffusione della bestemmia, principalmente nei giovani, a partire dagli anni ’80
soprattutto nelle regioni del Veneto e della Toscana – regioni che hanno subito in passato meno l’influenza dello Stato Ponficio.